Storie
1909 – 1914: I pionieri a pedali e l’uccisione del chiaro di luna

Ciclismo, futurismo, interventismo. L’Italia vive anni agitati. La comunicazione ufficiale della nascita del Giro avviene con un annuncio sulla Gazzetta dello Sport del 24 agosto 1908.

Il giornalista Armando Cougnet è il primo direttore della corsa. Cerchi concentrici: la fine della Belle Époque, il manifesto futurista di Marinetti, il Nobel per la fisica a Guglielmo Marconi. Il primo Giro d’Italia parte il 13 maggio 1909 alle 2:53 da Milano per la prima tappa di sempre, vinta da Dario Beni sul traguardo di Bologna dopo 397 chilometri a 28 di media oraria. Luigi Ganna è il primo vincitore della corsa, che si svolge a punti. Celebre la sua frase all’arrivo finale di Milano: “me brüsa tanto el cü”. Se fosse per la somma dei tempi il primato andrebbe a Giovanni Rossignoli. L’Esposizione nazionale di Torino, Firenze e Roma del 1911 celebra i primi cinquant’anni dell’Italia. Giolitti, le agitazioni politiche, le prime associazioni operaie. E poi c’è D’Annunzio con tutta la pletora pre-fascista che, attraverso una becera retorica nazionalista, vuole la guerra. L’attentato di Sarajevo sancisce la fine di un’epoca e l’inizio di un periodo di cui stiamo scontando ancora le conseguenze. I numeri di morti e feriti non si conoscono con precisione, e già questo dà il segno della brutalità e della violenza della guerra. Secondo gli studi più attendibili, durante i 5 anni di guerra, su un totale di 74 milioni di soldati mobilitati dai Paesi belligeranti, sono complessivamente 10 i milioni di morti (e dispersi), 21 i milioni di feriti – fra cui 8 milioni di mutilati ed invalidi, quindi feriti permanenti – e 8 i milioni di prigionieri su tutti i fronti. Per quanto riguarda l’Italia – e anche qui i numeri sono incerti, molto probabilmente sottostimati rispetto alla realtà – si contano oltre 650mila morti, di cui 400mila al fronte, 100mila in prigionia e i restanti a causa di malattie contratte durante la guerra. Inoltre in 500mila tornano dal fronte mutilati, invalidi o gravemente feriti e oltre 40mila con gravissime patologie psichiche dopo anni di trincea. Con l’entrata in guerra si ferma anche il Giro. Allo scoppio del conflitto europeo circolano nella penisola circa 1.270.000 cicli, per due terzi nel Nord. Ungaretti, Gadda e Rigoni Stern scrivono pagine meravigliose e strazianti dedicate alla prima guerra mondiale.

Albo d’oro del Giro d’Italia 1909 -1914
1909 – Luigi Ganna – Atala
1910 – Carlo Galetti – Atala
1911 – Carlo Galetti – Bianchi
1912 – A squadre – Atala
1913 – Carlo Oriani – Maino
1914 – Alfonso Calzolari – Stucchi