Storie
Chris in the sky with diamonds

Nasce in Kenya da genitori britannici, diventa corridore in Sud Africa e ciclista vero in Inghilterra. È bianco slavato che di più non si può. È magro, un fuso apparentemente fragile, eppure tenace come un’acacia della savana. È provvisto di occhi di ghiaccio e con quel cranio lucido ricorda Tintin. È apparentemente schivo, introverso, poco incline alle relazioni con pubblico, media e tifosi.

Eppure dietro la sua presunta antipatia, quel modo un po’ goffo di andare in bici, una proverbiale voglia di badare al sodo senza perdersi troppo in chiacchiere, si cela un uomo affabile, attento, sensibile, disponibile, affatto spocchioso. Caso mai spocchiosi sono altri, baronetti mod con tanto di basetta incorporata ad esempio. Chi ha avuto modo di conoscerlo anche al di fuori delle corse, in quei rari momenti in cui Chris scende dalla bici, lo può testimoniare: Chris Froome è un tipo gentile, umile, disponibile. Al punto che se si conoscesse questo suo lato, avrebbe tifosi in tutto il pianeta.

Invece Chris è visto come un freddo calcolatore. Un robot del pedale privo di cuore e sentimenti. Il guaio è che se ti appiccicano un’etichetta difficile è poi togliersela. Eppure il Froome visto buttarsi giù in picchiata dal Col du Peyresourde steso sulla canna della bici, con quel mulinare di gambe da fenicottero; eppure il Froome che arriva secondo dietro il gran bischero Sagan a Montepellier, tappa in cui insieme a Bodnar e Thomas giocano a fare i mulini a vento staccando tutto e tutti; eppure il Froome che sbatte contro la moto sul Ventoux avvelenato di folla e follia, rompe la bici, corre a piedi, raccoglie una ciclo che sembra un triciclo e corre fino al traguardo fa capire molte cose, al di là degli stereotipi indelebili appiccicati alla maglietta. Sono exploit che lasciano intendere che in lui c’è del genio sregolato, altro che raziocinio estremo.

Ed ecco che, grazie ai lampi del cuore e del coraggio mostrati in quelle tappe, Chris inizia a essere visto in modo diverso, e l’uomo di ghiaccio prende a sciogliersi in essere umano. Perfino i corridori lo guardano diversamente, sotto un’altra luce: e ne sono ancor più intimoriti, perché sanno benissimo che se un campione mostra più facce nel momento della lotta, diventa ancora più forte. Se alla freddezza il pennello atomico unisce la follia, batterlo diventa sempre più dura. Però i modi gentili ci sono, basta saperli guardare. Quando Chris sorride c’è mitezza negli occhi. E la sua dolcezza un po’ inibita, timida, sa essere lunga e tentacolare come le sue braccia. Forza Chris, lasciati un po’ andare e vedrai che sulle strade della ciclo avrai sempre più ammiratori. Che ti porteranno in un cielo ancora più giallo e tempestato di diamanti.
Let’s go.