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Ciclo-ricorrenze: 12/13/14 novembre

Il 12 novembre 1905 si corre la Milano – Milano, edizione inaugurale del Giro di Lombardia. La corsa, voluta per chiudere in bellezza la stagione ciclistica, la organizza il giornalista Tullo Morgagni legato all’editore milanese Sonzogno e alla ‘Gazzetta dello Sport’. Per dover di cronaca il Ghisallo, che diverrà l’emblema della corsa, è introdotto solo nel 1921. E sempre per dover di cronaca, il vincitore della prima edizione è nientemeno che il Diavolo Rosso Giovanni Gerbi che, in una giornata fredda e piovosa, da foglie morte, scatta a Crema per aggiudicarsi il primo traguardo a premi e resta in testa per tutta la gara staccando Rossignoli, Ganna e Galetti di oltre un’ora. Il Diavolo Rosso è il primo vero personaggio dell’epica del ciclismo nostrano, tanto amato da Paolo Conte che canta così: Diavolo Rosso dimentica la strada, vieni qui con noi a berti un’aranciata, controluce tutto il tempo se ne va.

Il 13 novembre del 1961 nasce a Poznań in Polonia Lech Piasecki, primo corridore polacco a indossare la maglia gialla nel 1987. Campione mondiale di inseguimento su pista nel 1988, veste la gloriosa maglia Del Tongo-Colnago e in compagnia di Beppe Saronni vince il primo dei suoi due Trofeo Baracchi, corsa gloriosa fagocitata dalla voracità del ciclismo catodico-moderno. Forte cronoman, brucia la sua carriera in fretta in cinque anni, quelli passati da professionista.

Il 14 novembre nascono nientemeno che Vittorio Adorni, Bernard Hinault e Vincenzo Nibali, rispettivamente nel 1937, 1954, 1984 a San Lazzaro Parmense, Yffiniac e Messina. Si può dire che il 14 novembre è un giorno felice per il ciclismo. Tutti e tre hanno vinto il Giro d’Italia, chi più chi meno. Vittorio è un ciclista elegante, sornione, fin troppo intelligente al punto di decidere, lasciando la mitica Salvarani per la Faema, di fare da Richelieu a un giovane Cannibale e aiutarlo a vincere il suo primo Giro nel ’68. Bernard è il tasso, le Blaireau, che tutto morde, strappa e vince. Lo chiamano così per la sua capacità di afferrare la preda e non mollarla più. Bernard insieme a Eddy è il più grande ciclista dell’era moderna. Ha vinto tutto e tutto questo si sa. Vincenzo è soprannominato lo squalo, anche se la sua aria mite nulla farebbe pensare a tanta mordacità. Eppure è un vincente, a suo modo. Due Giri, un Tour e una Vuelta lo consegnano all’Olimpo del ciclismo tricolore.