
Copenhagen: Track Bike Shopby Il gregario · · foto di Alberto Grasso November 28, 2016
Copenhagen. Tipica mattinata invernale danese: nuvole, pioggia e vento. Per certi aspetti, un incanto. Copenhagen è così, e così la devi prendere. Esci e vai. Come i ciclisti alla partenza di una tappa, quando il bollettino meteo non è dei più rassicuranti e centinaia sono i chilometri da pedalare sotto la pioggia e contro il vento. Si fanno, punto. Copenhagen funziona esattamente allo stesso modo. I 290 km di piste ciclabili cittadini sono percorsi da circa il 40% degli abitanti che inforcano la bici ogni giorno per andare al lavoro o a scuola, a prescindere dalle condizione meteo. Poi, però, i chilometri finiscono, la pioggia smette di cadere e c’è sempre un posto dove trovare rifugio, scaldarsi e rilassarsi. Dove ripensare a quello che si è appena superato e realizzare che, tutto sommato, non è stato poi così male. Tutti interi, sani e salvi e più forti di prima. Questa mattina è stata così: terminare la pedalata da Track Bike Shop, uno dei primi negozi in Scandinavia interamente dedicati alle biciclette a scatto fisso, è stato super. Abbiamo chiacchierato di ciclismo, bike messengers, Giro d’Italia e Eddy Merckx con Tau Kallehave, proprietario e fondatore del negozio. Ecco qui un estratto della nostra chiacchierata.
Quando avete aperto il negozio e come avete scelto il nome e il luogo?
Uh, potrei raccontare per ore la storia di come è nato TrackBike. Quando abbiamo aperto il negozio, io e altri due amici lavoravamo tutti come bike messenger qui a Copenhagen. Era circa il 2004-2005 e l’uso delle bici a scatto fisso si stava sempre più imponendo, anche per la loro diffusione in città come SF, NY e in generale ovunque negli USA. Anche noi, quindi, iniziammo ad usarle per lavoro. Prima usavamo bici da strada ma le condizioni meteorologiche qui sono dure. Pioggia, vento quasi tutto l’anno e poi sale sulle strade durante l’inverno. Un bike messenger danese pedala un sacco di chilometri in queste condizioni estreme e se usa una bici da corsa non ha vita lunga. Così iniziammo a convertire le nostre bici in fixed bike e a girare in città. La scena iniziò a ingrandirsi e diventare qualcosa di fantastico. Noi tre eravamo un po’ il punto di riferimento per questa neonata scena e i ragazzi ci chiedevano informazioni su dove poter trovare i pezzi e come costruire le bici. Personalmente vendevo qualche maglietta e qualche zaino e borse nel mio appartamento, i ragazzi venivano in casa e prendevano quello che gli serviva. Al tempo vendevo Bagaboo Bags e altri piccoli brand e mi occupavo anche di qualche personalizzazione, mentre gli altri ragazzi convertivano le bici o le costruivano da zero.
Così decidemmo di aprire un negozio. Tutto iniziò in una soffitta in un palazzo a Nordvest, quartiere popolare nella zona nord ovest di Copenhagen. Due piccole stanze in una soffitta. La gente per entrare nel nostro “negozio” doveva suonare il campanello e chiedere alla fidanzata del mio socio. Sei piani di scale senza ascensore. Un bell’inizio. Visto il via vai decidemmo di spostare il negozio a Nørrebro. Decidemmo di chiamarlo Track Bike Shop. Il nome venne direttamente dalla filosofia che c’è dietro il mondo delle bici a scatto fisso. Dritto al punto, senza tanti fronzoli. No freni e no deragliatore. Solo pignone e pedale. Il nostro fu il primo negozio specializzato in bici a scatto fisso in tutti i paesi scandinavi e servivamo clienti che provenivano dalla Svezia e dalla Norvegia.
Copenhagen è conosciuta a livello mondiale come una delle capitali del ciclismo urbano. Com’è pedalare qui a Copenhagen?
Il mondo della bicicletta qui in Danimarca e specialmente a Copenhagen è molto particolare. La bicicletta in generale è vista come un oggetto qualsiasi, un mezzo di trasporto come un altro. Fin da piccoli si è abituati ad andare in bici, per ogni cosa. All’età di 6 anni vieni messo su una bici per andare a scuola e da quel momento non scendi più. Le persone crescono con l’idea della bici come prolungamento del proprio corpo. La bici è parte di noi stessi. La cosa è molto diversa rispetto ad altri stati o città europee, in cui la bici la si usa per scelta. Il muoversi in bici diventa una scelta consapevole, che va contro tendenza rispetto alla maggior parte delle persone. Qui invece è diverso. Tutti pedalano sempre. La gente non ci pensa. Scendi di casa e sganci la bici e vai a lavoro. Automatico.
Invece per quanto riguarda la scena scatto fisso?
Per quanto riguarda le bici fisse, le tendenze in città sono cambiate. In strada non si vedono molte bici a scatto fisso.
Quando iniziammo, qualche anno fa, tutti la volevano. Architetti, designer, art director, tutti volevano la loro bici personalizzata. Ora è cambiato e così anche il negozio. La scena al momento è maggiormente legata al mondo dei Bike messengers. I punti in cui puoi trovarli sono in centro a Gammeltorv e Israels Plads, nei momenti di pausa. Si trovano tutti li. A parte il mondo dei bike messengers, ci sono ancora però appassionati che pedalano bici a scatto fisso, senza essere legati a nessuna sottocultura in particolare. Le persone che lo fanno, lo fanno per il semplice piacere di farlo, per provare l’emozione di avere il controllo totale del mezzo. Come detto prima, anche il negozio è cambiato. Oggi lo scopo è quello di preparare bici di qualità e consegnare ai ciclisti una bici adatta per le loro esigenze e con la giusta combinazione di componenti.
Preferite le salite implacabili o gli arrivi in volata?
Ecco, ora mi emoziono. Tempo fa, io e i ragazzi del negozio mettemmo su un piccolo team e partecipammo ad alcune gare amatoriali su bici da strada. Amavo davvero quel periodo. L’esercizio fisico fatto in bici è fenomenale: il corpo ti ringrazia di questo e te ne è grato. Ricordo anche che alcuni dei ciclisti più allenati e più esperti si avvicinavano a noi e ci chiedevano chi fosse il nostro allenatore e dove avessimo imparato a pedalare così. Essendo bike messenger e passando giornate sulla bici a scatto fisso, avevamo imparato a usare un pedalata più efficace, a pedalare spingendo sempre, in ogni punto della pedalata. Qui in Danimarca non abbiamo molte salite come in Italia o in Francia, abbiamo lunghe distese pianeggianti, quindi direi che, come ciclista, amo le lunghe distanze. Ma come appassionato di ciclismo sportivo, amo decisamente le vittorie in salita.
Giro, Tour de France o le grandi classiche? Cosa vi appassiona di più?
Guardo qualsiasi cosa sia legato alle gare ciclistiche. Amo stare di fronte alla televisione per ore e cercare di capire le strategie delle squadre e aspettare il momento in cui succede qualcosa che cambia il corso della gara. Amo passare pomeriggi estivi davanti al televisore con una birra fresca e qualche panino a guardare queste eterne lotte. No stress, non disturbatemi: è il mio momento di relax. Le cose che poi amo dei grandi giri sono le storie eroiche intorno ai corridori. Mi commuovo ascoltando queste storie e guardando questi ragazzi vincere tappe estreme. In particolare amo il Giro d’Italia, per la bellezza del paese in cui si corre la gara e perché il Giro ha un sapore più genuino e umano.
Il ciclista che ti ha ispirato di più.
Ho un cane, un golden retriever, il suo nome è Eddy. L’ho chiamato così ispirandomi a qualcuno che probabilmente conosci. Eddy Merkx, il cannibale. Come lui nessuno.
Foto e parole di Alberto Grasso.
Track Bike Shop ApS
Rantzausgade 2
2200 KBH N, Copenhagen
+45 32 11 69 12
info@trackbikeshop.com
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Thu-Sat:
10:00 am – 5:30 pm
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