
Ferdi Kubler, il Cyrano a pedaliby Francesco Ricci · illustrazione di Luca Gentile · January 11, 2017
Anche lui aveva un naso lungo come una salita, come Gino. Al punto che lo chiamavano Cyrano. Ma il suo vero nome è Ferdi Kubler, ciclista svizzero del canton Zurigo nato nel 1919 e morto qualche giorno fa all’età di novantasette anni.
Era il più vecchio corridore ancora in vita ad aver vinto un Tour nel 1950. Un Tour strano quello, che Magni stava dominando e probabilmente avrebbe portato a casa. Tra i francesi e gli italiani non correva buon sangue. Polemiche continue e Gino scorbutico più che mai. Sull’Aspin scoppiarono tafferugli, o presunti tali. Sulle rampe più dure Gino fu accostato da un’auto nera e costretto a poggiare i piedi a terra. Il pubblico intorno urlava, sputava, spingeva e forse tirava qualche sberla o cazzotto o manata che dir si voglia. La sera Gino, incazzato più che mai, dichiarò: “Tutti a casa.” Binda, che era il direttore sportivo della nazionale, disse sì e Magni, nonostante la maglia gialla addosso, dovette accettare il volere di Gino. La maglia passò proprio sulle spalle di Ferdi che la tenne ben stretta fino a Parigi.
Gran bel corridore Ferdi. Un matto vero, che una volta salito sul Ventoux si fermò a bere una birra e quando riprese la bici scese dalla parte dove era salito. I tifosi iniziarono a gridargli che stava sbagliando strada e lui che sbraitava: “Lasciatemi stare, sono diventato matto del tutto, sono troppo vecchio, sono morto sul Ventoux.” La sera annunciò il ritiro dalla corsa.
Una lunga carriera la sua. Iniziata nel ’40 e durata diciassette anni fu contrassegnata di grandi trionfi come il mondiale nel 1951 a Varese, davanti a Magni, ancora lui, e Bevilacqua e due Liegi e due Freccia nel ’51 e nel ’52. Gran regolarista, forte a cronometro, tosto in salita. Non elegante come l’altra K del ciclismo svizzero di quegli anni, vale a dire Koblet, ma più cattivo e tenace. Era un ciclista spericolato che amava vivere all’arrembaggio. Nel 1946 cadde, si fratturò il cranio in due punti, e non aveva soldi per pagare l’ospedale. Qualcuno gli prestò i tremila franchi necessari e i medici gli dissero che non avrebbe dovuto più correre. Se lo avesse fatto, non avrebbe superato i cinquant’anni. Invece il buon Ferdi ne visse quasi il doppio. E adesso che se ne è andato, quel ciclismo leggendario sembra ancora più lontano, come se la polvere degli anni si sovrapponesse alla polvere di quelle strade fatte di sassi, ghiaia, pietre, fango e follia. Coppi, Bartali, Magni, Robic, Koblet, Bobet, Ockers, Van Steenbergen e poi lui, il Cyrano a pedali. Proprio un bel peloton. Proprio un bel ciclismo.
Ps. Adesso il record passa a Walkowiak , ciclista francese nato nel ’27 e che vinse il Tour nel 1956.

