
Fonzi, la maglia nera
che farebbe incazzare Fonzieby Francesco Ricci · May 15, 2018
Vabbè, simpatico lo è. Con quel ciuffo ribelle e sparato all’insù. Però siamo in terra d’Abruzzo, la sua terra, e si permette di arrivare sul Gran Sasso con un ritardo di ventisette primi e sedici secondi da Yates. Così non vale.
Vuol dire che ultimo vuole arrivare, a ribadire un concetto ormai stantio che gli ultimi difatti mai saranno primi. Al di là di qualsiasi retorica evangelica, Vangelo secondo Matteo 20,1-16 per la precisione. Al di là di qualsiasi teoria marxista: proletari di tutto il mondo unitevi pure, tanto il capitale vi fotterà sempre. Però giocare a fare gli ultimi, da Malabrocca in poi passando pure per Pinarello, un po’ ci stufa. Non perché ci piacciano gli eroi vincenti, anzi. Però quando i perdenti giocano a fare i perdenti per un minimo di tornaconto, la poesia si perde e si va a sgretolare nel tubolare più consunto. Altro che Beck, con la sua magnifica Loser.
Stiamo parlando di Giuseppe Fonzi, che già l’anno scorso si classifica ultimo e centosessantunesimo, a cinque ore, quarantotto minuti e quaranta secondi dall’olandese Dumoulin a una media di 39,843 all’ora, più o meno 225 chilometri di distacco. E che dopo la nona tappa del Giro 2018 si trova già in ultima posizione con un ritardo di un’ora, cinquantasette minuti e quarantasei secondi.
Se Giuseppe Fonzi, nato a Pescara nel 1991, precisamente il 2 agosto, giorno terribile per i fatti di Bologna accaduti nel 1980, che corre per il team Wilier Triestina-Selle Italia entrasse da Arnold’s, il bar del mitico Arthur Fonzarelli, in arte Fonzie, nessuno lo degnerebbe di uno sguardo. Anzi, Fonzie gli andrebbe incontro smoccolando e mulinando le braccia ingessate nel giubbotto nero di pelle così gridando: ‘Ehy, wow! No amico, non va. Sei di fronte ai tuoi conterranei, sei un abruzzese per dio, mica puoi fare quello che non ne ha, quello che tanto gli altri vanno più forte di me. No, a casa tua questo non lo puoi fare, diamine, un minimo di ritegno amico, qui ne va dell’onore di tutti noi che portiamo il ciuffo come si deve…’
E schioccando le dita, Fonzie sale in sella alla sua bici, pardon moto, sgommando manco fosse Sagan il terribile.
Forza Fonzi, dacci dentro e prova a vincere una tappa, diventeresti il nostro numero uno in assoluto.
We can be heroes, just for one day.