Storie
Gannabis

Filippo Ganna e la seconda vittoria mondiale nell’inseguimento: un trionfo, in rimonta e con tanto di record italiano della specialità, che ha dello stupefacente.

Siamo in pista, anche se ne abbiamo una sola, quella di Montichiari che fa acqua dal tetto.

Paradossi tutti italiani. Dopo due decadi di pura decadenza, siamo di nuovo in pista grazie al grande lavoro e ai sacrifici sostenuti dalla Federazione senza soldi e dai tecnici negli ultimi cinque anni. Eppure l’unico velodromo al coperto che abbiamo non versa in buone condizioni e gli atleti, i tecnici e il personale devono guardare il meteo per stabilire la tabella degli allenamenti. Se piove si gioca a briscola. Chissà quando riusciremo a diventare un paese normale.

Siamo in pista con un gruppo di ragazze fenomenali, che per allenarsi migrano in Germania, a Düsseldorf, perché qui da noi non si sa dove correre.

Siamo in pista con un ragazzo che a ventuno anni si è già laureato due volte campione del mondo nell’inseguimento. Dopo Londra, il giovane piemontese vince anche l’oro nell’inseguimento individuale del Mondiale di Apeldoorn e migliora il record italiano che aveva segnato qualche ora prima in qualifica. Vince in rimonta, dimostrando classe, coraggio e potenza strabilianti. Un successo stupefacente, quello di Filippo Ganna, che fa felice Luigi, primo vincitore del Giro d’Italia nel 1909, che porta lo stesso cognome. Chissà se è il suo trisavolo. Sicuramente fa felice i vecchi diavoli nostrani che un tempo imperversavano in tutti i velodromi del mondo. Da lassù Maspes, Gaiardoni, Beghetto, in surplace ormai infiniti, salutano ghignando: finalmente un campione di razza. E fa felici tutti noi, che amiamo lo scatto fisso, le bici senza freni, il linoleum tirato a lucido e chissenefrega per una volta se l’unico velodromo che abbiamo è un colapasta e di soldi non ce ne sono e bla bla bla con le solite tristi litanie. Siamo finalmente in pista e speriamo di rimanerci ancora un bel po’. Grande Filippo!