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Storie
Michele l’amico dei pappagalli

Il Giro d’Italia nella sua centesima edizione è un grande deserto. Un deserto sulla storia del nostro Paese, da cui tutto è possibile vedere, scrutare, osservare. Un deserto lungo oltre un secolo fatto di macerie, guerre, privazioni, fatica, ossessioni, turpiloqui, civiltà e inciviltà in egual misura. Poi ci sono le anime deserte, amiche di pappagalli e fatiche estreme, che però non si fanno mai mancare il sorriso.

L’anima di Michele Scarponi, l’aquila di Filottrano che ama i pappagalli, è ancora lì che sorride. Un gregario campione, che smette di essere campione per tornare a fare il gregario e permettere a Vincenzo Nibali di vincere il Giro. Sorridendo, ovviamente. Michele ha la faccia di zolla e i polmoni grandi come le onde del mare. Michele è uno che sa stare al suo posto, senza recriminare o dare giù di testa. Michele è consapevole della sua forza, del suo ruolo, del suo essere uomo semplice e forte. Che contrasto con chi urla e sbraita senza averne motivo, o l’intelligenza per farlo. Grillo non è un pappagallo gentile ma una iena cattiva; Salvini è una cicala imbastardita e ignorante; Renzi è presuntuoso quanto un pavone. Miserie d’Italia che si azzuffano anche su chi salva anime dai gommoni con tanto di esseri umani rifiutati dalla storia scritta e dettata in gran parte dalle democrazie occidentali. E allora è bello pensare a Michele sui tornanti, alla sua voglia di allenarsi anche dopo aver vinto una corsa, di salire in bicicletta alle otto del mattino perché quello è il suo mestiere. Michele è la faccia della bella Italia, quella degli uomini e donne comuni, che non si lasciano sbriciolare dall’ipocrisia becera di chi vorrebbe guidare l’italico peloton. Michele muore come un operaio stritolato dalla pressa, come un muratore che cade dall’impalcatura.

I responsabili? Tutti assolti, come si sovviene. Abbiamo convissuto con le bombe sui treni e nelle piazze, con le stragi di Stato, con le deviazioni degli apparati, con i conflitti d’interesse, e siamo precipitati in un edonismo ormai regolato dagli algoritmi del capitalismo neo-liberista che sta distruggendo il pianeta. E allora viva Scarponi, viva la sua faccia sbilenca, viva la sua capacità imperterrita e sorda di farci sognare e tornare bambini. Sono le persone come lui, come la moglie Anna, come tutte le anime semplici e toste a regalarci un po’ di ottimismo. Che ti sia lieve la terra, Michele. E che le tue gocce di sudore sparse in tutte le strade del mondo sappiano generare uomini e donne capaci di contrastare lo scempio cui stiamo assistendo.
Aquila e pappagallo: un ossimoro beato, scanzonato, surreale e pieno di vita. Michele Don Chisciotte sul Colle dell’Agnello un anno fa: che bel momento. Addio.

Grandi sono i deserti, e le anime deserte e grandi: deserte perché non sono abitate se non da loro stesse; grandi perché da lì si vede tutto, e tutto è morto.
– Fernando Pessoa