
Nuova vita per il Vigorelliby Francesco Ricci · June 22, 2016
Il Vigorelli è vivo e pedala insieme a noi. Dopo anni disgraziati la pista intitolata ad Antonio Maspes, che ha visto correre Coppi e suonare i Beatles, riapre i battenti e sogna una nuova vita. Il velodromo più famoso e importante che abbiamo, autentica Scala del ciclismo italiano morto tre volte e tre volte risorto, vedrà un’apertura parziale nel prossimo ottobre e nel 2018 la riapertura totale.
Il sogno è di portare nel 2017 una tappa del Giro, quello della centesima edizione della corsa rosa. Sarebbe bello. Sarebbe fantastico. Sarebbe giusto.
Il Vigorelli nasce nel 1935. La pista è fatta di migliaia di listelli di abete rosso della Val di Fiemme. L’anello misura 397,7 metri. Troppi per il ciclismo su pista di oggi, che prevede anelli lunghi non più di 250 metri. Però il Vigo è il Vigo. Tre giorni dopo la sua apertura Gepin Olmo fa segnare il primo dei suoi sei record dell’ora. Poi c’è Coppi, che nel ’42, fuori la guerra, percorre in un’ora quasi 46 chilometri. Indossa una maglia di lana e un caschetto di cuoio. Poi il Vigo muore la prima volta, sotto le bombe che piovono dal cielo. La seconda per incuria e la terza per neve. Tra una vita e l’altra, c’è la storia del ciclismo. Oggi che il Vigorelli immagina un nuovo futuro è un bel giorno. Come se la vita riprendesse a correre, consapevole di una memoria a pedali che ci appartiene e che dovremmo imparare a custodire con maggiore attenzione.